Centro Culturale "Mons. Lorenzo Bellomi"

Presentazione del libro:

Il Cattolico in Politica - Manuale per la ripresa

On. Paola BINETTI Parlamentare dell'Unione di Centro
On. Giuseppe FIORONI Coordinatore del Forum sul Welfare del Partito Democratico
Mario SALA Consigliere regionale lombardo e Presidente della Commissine regionale alle Attivitą Produttive
Sabato 23 ottobre 2010 - ore 11:00
Palazzo dei Congressi "Stazione Marittima" - Trieste

Abbiamo vuluto presentare il libro dell'arcivescovo di Trieste mons. Giampaolo Crepaldi sull'impegno dei cattolici in politica ("Il Cattolico in Politica - Manuale per la ripresa" - Cantagalli).

Interessante notare come sia sano stati invitati personalità che appartengono a formazioni politiche diverse che sono state invitate da un centro culturale che non è un'espressione della Curia tergestina.

A moderare l'incontro abbiamo chiamato il dott. Stefano Fontana, direttore del settimanale della diocesi di Trieste "Vita Nuova".


Questo il "resoconto" apparso sul quotidiano triestino "Il Piccolo". Mi permetto di segnalare che viene qui riportato, per ovvi motivi di sintesi, solo parzialmente quanto si è potuto ascoltare durante l'incontro durato circa un'ora e mezza. Cliccando qui è possibile ascoltare la registrazione dell'incontro.

Quello che segue è  l'articolo apparso sul settimanale "Vita Nuova" a firma Silvio Brachetta.

Dopo il pezzo sono presenti alcune immagini relative all'incontro.

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Il cattolico in politica

«La politica non è una cosa sporca». Tutt’altro. «Nella prospettiva cristiana, la politica è un’arte nobile, nobilissima». Questo è il convincimento del nostro arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi, come lui stesso afferma chiarendo il basamento sul quale ha fondato la stesura del suo ultimo libro “Il cattolico in politica. Manuale per la ripresa” (Cantagalli, 2010).

L’opera è stata presentata al pubblico sabato 23 ottobre presso il Palazzo dei Congressi “Stazione Marittima” a Trieste. Tra gli interventi, quello dell'onorevole Paola Binetti, che abbiamo intervistato.
Su iniziativa del dott. Marco Gabrielli begin_of_the_skype_highlighting     end_of_the_skype_highlighting, responsabile del Centro Culturale “Mons. Lorenzo Bellomi”, sono intervenuti l’on. Paola Binetti medico psichiatra, docente universitaria e parlamentare dell’Unione di Centro, l’on. Giuseppe Fioroni, medico e ricercatore universitario, coordinatore del Forum sul Welfare del Partito Democratico ed il dott. Mario Sala laureato in scienze agrarie e consigliere regionale lombardo per il Popolo della Libertà. All’evento era presente lo stesso Arcivescovo, che ha esposto brevemente le finalità del suo scritto e rivolto un saluto agli ospiti. Presenti pure alcune autorità civili e religiose. Affluenza decisamente buona di uditori, che hanno colmato l’aula. Ha moderato l’incontro Stefano Fontana, direttore del settimanale “Vita Nuova”.

A proposito della nobiltà dell’arte politica, richiamata da mons. Crepaldi nella sua breve introduzione iniziale, egli non ha inteso inventarsi alcunché. Ha ripreso invece precisi pronunciamenti del Magistero petrino. «Papi come Pio XI e Paolo VI la definivano [l’arte politica — ndr] “una forma esigente dell’esercizio della carità”».

Profondamente persuaso di ciò, l’Arcivescovo ha sostenuto che «dobbiamo recuperare questa dimensione alta della politica». Il moderatore Fontana ha manifestato subito il proprio apprezzamento sul peculiare stile di composizione del testo, lontano dai canoni stereotipati del linguaggio “ecclesialese”. Piuttosto gli argomenti vengono affrontati — ha continuato Fontana — con chiarezza e semplicità; le conclusioni proposte con schiettezza, senza espressioni equivoche.

Il direttore di Vita Nuova ha precisato poi l’assunto fondamentale del libro: passato il periodo di «confusione culturale» post-sessantottino, Benedetto XVI ha inteso tratteggiare con chiarezza alcuni punti fermi rispetto ai quali il cristianesimo dovrà riferirsi per i prossimi anni. Al centro, senza dubbio, il rapporto indivisibile tra fede e ragione — rapporto dal quale consegue il ruolo anche pubblico che dev’essere concesso alla fede —, la lotta alla “dittatura del relativismo”, la critica alla “visione individualistica della libertà”, la liberazione dall’“ideologia del dialogo senza verità”, il recupero della dottrina circa la “legge morale naturale”, il rifiuto della definizione di “bene comune” come il “minor male comune”, nonché il rifiuto del concetto di politica come “compromesso al ribasso”, nonché le ideologie scientiste ed i messianismi atei. Ce n’è abbastanza, ha concluso Fontana parafrasando l’Arcivescovo, perché il cristiano si affranchi da ogni atteggiamento d’incertezza.

Un primo spunto di riflessione, proposto da Stefano Fontana, è un giudizio generale sul libro. Rivolgendosi all’on. Paola Binetti, ha posto subito l’attenzione sul titolo: mons. Crepaldi infatti non si rivolge ai cattolici, quasi a voler comporre un trattato politologico, ma fa un appello al singolo cattolico impegnato in politica.

La parlamentare Binetti ha aderito all’invito personale dell’Arcivescovo, ma ha enfatizzato anche il sottotitolo (“Manuale per la ripresa”), convenendo che la ripresa non è iniziativa isolata, ma frutto di un lavoro di “rete” con gli altri. Se all’inizio della giornata il cattolico si interroga privatamente sulla propria fede, a fine giornata deve pur chiedersi in che misura le proprie intenzioni personali si sono tradotte in prassi.

L'onorevole Binetti ha affermato di vedere una grossa perdita di «presa culturale» da parte cattolica, indotta pure da una religiosità troppo vissuta nella dimensione privata. Si dovrebbe, allora, considerare di nuovo la dimensione pubblica. Specialmente dopo aver constatato quotidianamente l’assurdo fenomeno dell’«arcipelago di partitini» politici, non certo in dialogo tra loro. La «condizione dell’efficacia» nell’azione politica è dunque l’unità, non solo a livello politico ma soprattutto culturale. All’on. Binetti è parso che il libro abbia indirettamente prospettato la formazione di un partito cattolico unico, proprio perché ognuno vi ritrovi un orizzonte comune.

Analogo giudizio sul libro è stato richiesto all’on. Giuseppe Fioroni, interpellato dal direttore Stefano Fontana. Fioroni ha trovato il libro stimolante, in quanto è sua convinzione che i cattolici debbano ritornare a fare politica dopo gli infruttuosi periodi della resistenza e dell’attesa, seguiti al crollo politico della Democrazia Cristiana. Questo tempo perso, in fondo, non poteva non generare che «pigrizie e torpori». Fu, anzi, dopo il crollo del partito cattolico — ha aggiunto l’on. Fioroni — che si è imposto il malcostume di «fare politica prescindendo dagli ideali» e disperdendo le energie nella inquieta ricerca del leader. I valori sono le fondamenta e in passato si litigava, ma non sui valori. Nel passato c’era anche un maggiore entusiasmo da parte dei giovani, rispetto al dibattito nella società civile.

Al dott. Mario Sala, poi, il direttore Fontana ha proposto di accennare qualcosa a proposito del realismo cristiano cattolico, quale antidoto alle ideologie contemporanee. Sala ha confessato una certa commozione verso alcuni richiami di mons. Crepaldi, dai quali si è sentito interrogato; sgridato addirittura. Ad esempio, quando l’Arcivescovo ricorda l’amore della Chiesa nei confronti della vita. O anche quando si legge del ruolo pubblico che il cristianesimo è tenuto ad avere nella società. Eppure in Lombardia, dice Mario Sala, ci sono alcuni segnali che fanno sperare in una fede non ancora morta.

Il fatto stesso del non disprezzabile sviluppo economico, può essere interpretato come amore per la “sussidiarietà” — concetto legato alla Dottrina sociale della Chiesa. Insomma, il consigliere Sala ha manifestato fiducia nella «ricchezza e sensibilità» cattolica. Prerogativa che non dovrebbe essere sprecata però su questioni marginali, quali il rovesciamento di una maggioranza.
Il secondo spunto di indagine che Fontana ha offerto agli invitati è stata la richiesta di un parere sull’imprescindibile “unità” politica dei cattolici. Tema anche questo centrale del libro.

Per l’on. Binetti l’unità politica è «criterio di realismo». È molto conveniente, ma non necessaria. L’unità politica — come anche più volte evidenziato da mons. Crepaldi e non solo in questo suo libro — nasce primariamente nell’ambito «pre-politico». Ha, cioè, a che fare con la ricerca di un’unità culturale oggi dispersa, secondo l’on. Binetti, nelle miriadi di realtà ecclesiali spesso distaccate dalla parrocchia (movimenti, associazioni, ecc…). È opportuno, allora, che i vescovi ricreino nelle parrocchie luoghi di aggregazione.

Leggermente più ottimista si è dimostrato l’on. Fioroni, secondo il quale l’unità politica dei cattolici «è possibile e fattibile». Costruibile quindi, perché è indispensabile al pluralismo. Giuseppe Fioroni, a proposito della diaspora cattolica, ha lamentato un certo clima all’interno del Partito Democratico che demonizza alle volte le idee del cattolico, in quanto non si esprimerebbe per convinzione personale, ma in obbedienza alla Chiesa.

Si è lamentato inoltre della figura dell’«ateo devoto» che, a suo parere, «predica e non pratica». Fioroni poi si è dichiarato in disaccordo con mons. Crepaldi sulla preferenza che il cattolico dovrebbe dare ad un partito che nella prassi politica applicasse il Magistero della Chiesa, ma i cui singoli membri non fossero personalmente coerenti con tale Magistero. Il disaccordo nasce dalla considerazione che «l’essere cristiano è testimoniare ciò che siamo».

Non solo gli atei devoti però — è intervenuto Mario Sala — sono spesso incoerenti, ma sono altresì incoerenti quegli stessi cattolici praticanti che «predicano bene e razzolano male». Proprio per questo motivo, all’inizio della Santa Messa, noi cattolici riconosciamo di essere peccatori e per nulla esenti da imperfezioni. Sala ha concordato, comunque, con gli altri ospiti nel ritenere la dimensione pre-politica indispensabile all’unità politica cattolica. La dimensione pre-politica «viene prima — ha specificato il consigliere Sala — non temporalmente, ma nel senso che è un primato». Si capisce da subito, cioè, se vi è una «tensione all’unità» da parte cattolica.

Silvio Brachetta

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Mons. Giampaolo Crepaldi, vescovo - arcivescovo di Trieste, porta il suo saluto ai presenti.


L'On Paola Binetti.


L'on. Giuseppe Fioroni.


Mario Sala, consigliere regionale della Lombardia.


Il prof. Stefano Fontana, direttore del settimanale triestino "Vita Vuova".


Il pubblico presente nella sala Oceania (A-B-C) del Palazzo dei Congressi "Stazione Marittima" di Trieste.


Mons. Crepaldi ascolta gli interventi.





Veduta d'insieme.



I partecipanti all'incontro.



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